Il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia è lieto di partecipare con il prestito di un'opera eccezionale, il dinos di Exekias, alla mostra Exekias. Meister der griechischen Vasen Kunst, che è possibile visitare dal 9 novembre 2018 al 31 marzo 2019 nel Museo di Archeologia dell'Università di Zurigo.
La mostra è dedicata al ceramista e pittore ateniese Exekias, attivo ad Atene tra il 550 e il 530 a.C. Per la prima volta, in esclusiva a Zurigo, l'opera di Exekias viene mostrata in un'unica esibizione monografica di 20 manufatti provenienti dai più importanti musei italiani, europei e americani. Con questa mostra allestita all'interno dell'Università di Zurigo si celebra, tra l'altro, il centenario del Dipartimento di Archeologia Classica dell'Institut für Archäologie di Zurigo.
Il nostro Museo fornisce un prezioso contributo, un dinos, cioè un grande vaso privo di piede e con corpo sferico, prevalentemente usato nel mondo antico per mescolare l'acqua al vino, a figure nere e recante la firma del ceramista Exekias, realizzata a incisione (540-535 a.C.). Il vaso, proveniente probabilmente da Cerveteri e appartenente alla Collezione Castellani, era stato già restaurato in antico, come indica la presenza di un foro per l'inserimento di una grappa di bronzo al di sotto della spalla, sul lato sinistro.
Della decorazione si conserva parzialmente quella dipinta all'interno del collo: un fregio di almeno sei navi da guerra che procedono sul mare rappresentato dalla superficie ondulata della vernice nera e sul quale i vascelli sembravano galleggiare quando il vaso era pieno di vino tagliato con acqua, traducendo concretamente la metafora espressa dalla formula omerica del "mare color del vino", che sembra aver ispirato Exekias. Nella rappresentazione miniaturistica le veloci navi appaiono provviste a prua di aguzzi speroni a forma di testa di pesce: si distinguono il timoniere seduto a poppa che manovra i due remi di governo e la schiera di 50 rematori.
La firma di Exekias, in alfabeto attico, è stata graffita sulla spalla del vaso dopo la cottura.
Una seconda iscrizione, in alfabeto sicionio (Peloponneso), esplicita che il vaso è stato donato da Epainetos a Charopos, forse due amici della città di Sicione.