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Etru a Casa - Vulci

Cavaliere su ippocampo

28 Maggio 2020

di Vittoria Lecce

Torniamo nella prima sala del Museo per raccontarvi un'opera che parla di creature fantastiche e del viaggio del defunto verso la vita ultraterrena.

Cavaliere su ippocampo, statua funeraria, nenfro, 550-540 a.C. Vulci, necropoli in loc. Poggio Maremma, tomba a camera. Sala 1

Cavaliere su ippocampo, statua funeraria, nenfro, 550-540 a.C. Vulci, necropoli in loc. Poggio Maremma, tomba a camera. Sala 1

Il gruppo statuario di giovane su ippocampo fu scoperto nel 1919 dall’archeologo Goffredo Bendinelli: era abbandonato, insieme al famoso Centauro che vi abbiamo già presentato, all’interno di una tomba violata oggi non più rintracciabile. L’opera è attribuita a uno scultore vulcente, che aveva recepito nel suo stile gli influssi dell’arte greco-orientale.

Anche priva della testa, la creatura è identificabile con un grande ippocampo. La coda è lunga e sinuosa con grandi pinne ben rilevate, in antico rese più realistiche con l’uso del colore, oggi del tutto perduto.

Il cavaliere è scolpito a tutto tondo nelle parti libere e reso a rilievo più o meno alto laddove il suo corpo sembra aderire strettamente all’animale; mancano le mani, che forse reggevano delle briglie.

L’opera venne realizzata per essere posizionata all’ingresso - o in un altro punto strategico - di una sepoltura aristocratica.

L’immagine di un giovane a cavallo di un animale marino compare in diverse sculture funerarie vulcenti (ma questo è il pezzo “più prezioso e più importante della serie”) e compare anche negli affreschi della Tomba dei Tori di Tarquinia. Il soggetto è allo stesso tempo funerario e beneaugurante: mostra infatti il viaggio, chiaramente fuori dal comune, misterioso e soprannaturale, dell’anima verso la sua destinazione ultraterrena.

Secondo una delle tradizioni greche, i defunti dovevano attraversare il mare (o, più precisamente, l’Oceano che circondava il mondo) per giungere alle “Isole dei Beati”. Gli Etruschi svilupparono un ricco immaginario per quanto riguarda il destino delle anime e certamente anche il mare e le creature marine potevano simboleggiare il #passaggio verso una nuova dimensione dell’esistenza.
 

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