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Etru a Casa - Villa Poniatowski

Antefissa a testa di Menade

1 Gennaio 2021

di Antonietta Simonelli

Primo giorno dell'anno in compagnia dello Speciale Villa Poniatowski. Il nostro augurio per il 2021 attraverso il racconto di un'opera dal "potere" benaugurale.

Antefissa in terracotta policroma a testa di Menade con nimbo lavorato a traforo, santuario di Giunone Sospita, Lanuvium, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma (foto ©ArchivioETRU).

Antefissa in terracotta policroma a testa di Menade con nimbo lavorato a traforo, santuario di Giunone Sospita, Lanuvium, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma (foto ©ArchivioETRU).

Al primo piano di Villa Poniatowski, nella sala dove sono raccolti gli oggetti provenienti da alcune antiche località del Lazio (Latium vetus), il nostro sguardo è subito catturato dalla splendida antefissa a testa femminile rinvenuta nel santuario di Giunone Sospita a Lanuvio.

La didascalia è essenziale, ma c’è una storia che merita di essere raccontata.

Documenti d’archivio attestano che nel 1889, lo stesso anno in cui veniva istituito il Museo Nazionale di Villa Giulia, venne richiesto alla Direzione generale delle antichità e belle arti il permesso per poter esportare in Inghilterra sei antefisse, alcune in frammenti, ritrovate sul colle San Lorenzo nei pressi dell’antica Lanuvium.

Antefissa in terracotta policroma a testa di Menade con nimbo lavorato a traforo, santuario di Giunone Sospita,  Lanuvium, British Museum, Londra (foto ©The Trustees of the British Museum).

Antefissa in terracotta policroma a testa di Menade con nimbo lavorato a traforo, santuario di Giunone Sospita, Lanuvium, British Museum, Londra (foto ©The Trustees of the British Museum).

In questa zona Lord John Savile Lumley, ambasciatore britannico a Roma e collezionista di antichità, aveva acquistato nel 1884 un terreno per poter eseguire liberamente degli scavi.

Oltre alle importanti strutture murarie relative al santuario attribuito a Iuno Sospita, in un deposito votivo egli aveva rinvenuto alcuni elementi architettonici in terracotta destinati a decorare il tetto del tempio tardo arcaico (VI sec. a. C.), tra cui le antefisse con nimbo riccamente traforato.

Statua in marmo di Iuno Sospita, Museo Pio Clementino, Città del Vaticano (foto Wikicommons).

Statua in marmo di Iuno Sospita, Museo Pio Clementino, Città del Vaticano (foto Wikicommons).

Dopo un iniziale diniego da parte della Direzione, si giunse ad un accordo: Lord Lumley avrebbe ceduto due delle antefisse lanuvine allo Stato italiano ricevendo in cambio l’autorizzazione ad esportare le altre quattro. Qualche anno dopo quest’ultime verranno donate dallo stesso Lord Lumley al British Museum di Londra.

Così oggi due antefisse gemelle si possono ammirare l’una a Villa Poniatowski, l’altra al British Museum.

E se la bellezza delle stesse è frutto della maestria di chi le plasmò ed ulteriore fascino deriva loro dalle vicende in cui furono coinvolte, - un episodio emblematico del collezionismo ottocentesco e della storia della tutela in Italia -, non si può dimenticare che esse restano vivida testimonianza dell’antico culto laziale della Iuno Sospita, la dea guerriera propiziatrice e dal potere salvifico sotto i cui auspici, ci piace pensare, possa iniziare questo nuovo anno.

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