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Etru a Casa - Villa Giulia

Affreschi di banchetti

13 Maggio 2020

di Francesca Montuori

Parte dalle nostre sale affrescate questa terza giornata della #MuseumWeek dedicata al tema dello stare #InsiemeMW.
Uno dei nostri più grandi desideri è tornare a condividere momenti con le persone che amiamo.

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La convivialità e la condivisione dei pasti sono alcuni dei temi che caratterizzano gli affreschi di Villa Giulia: lo stesso Ninfeo, cuore dei giardini, era originariamente destinato ai banchetti del papa e dei suoi ospiti.

Entrando nella villa, nella sala nord al pian terreno che oggi ospita la biglietteria del museo, il tema del banchetto viene declinato in due affreschi della volta, realizzati da Prospero Fontana fra il 1553 e il 1555: in uno è protagonista il vino e nell’altro l’acqua, i due elementi caratteristici della “Vigna di papa Giulio”.

Il primo dei due banchetti è ambientato in un’atmosfera boschiva: intorno al tavolo satiri e ninfe portano grappoli d’uva, versano e bevono vino.

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Seduti tra loro si vedono Pan, che tiene in mano il caratteristico flauto, e Bacco coronato d’uva: con una mano tiene una coppa e beve, con l’altra abbraccia una lince, animale che, come narra Ovidio nelle Metamorfosi, veniva condotto nei baccanali. Dietro di loro l’ebbro Sileno, figlio di Pan, è rappresentato secondo tradizione: sopra un asino e sorretto da satiri.

Sul lato opposto della volta, il secondo affresco con quattro figure femminili che aprono una bianca tenda svelando un banchetto degli dèi, accomodati al tavolo sulle nuvole. Sono facilmente riconoscibili Zeus, con l’aquila ai suoi piedi, e al suo fianco Bacco e Atena, mentre sul lato opposto Apollo con la lira e un anziano personaggio, forse Crono.

Ma ciò che caratterizza maggiormente quest’affresco è la grande figura fluviale in basso, coronata di spighe e con la caratteristica cornucopia, simbolo di abbondanza. Si tratta del Nilo, rappresentato come nella colossale statua rinvenuta nel 1513 nel Campo Marzio, un tempo collocata nei giardini del Belvedere e oggi nei Musei Vaticani. Il fiume è circondato da sedici putti, personificazioni dei sedici cubiti d'acqua, equivalenti al livello che - scrive il poeta greco Filostrato - il Nilo poteva raggiungere durante la stagione delle inondazioni, rendendo fertili le terre d’Egitto.

 

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