Anfora a figure nere del Pittore di Boulogne 441 con Eracle e il Leone Nemeo (520-510 a.C.), da una necropoli di #Cerveteri (Scavi 1866-1867), Collezione Castellani, Sala 23.
Vi presentiamo un’anfora a figure nere (520-510 a.C.) attribuita al Pittore di Boulogne 441, un ceramografo attico attivo nell’ultimo quarto del VI sec. a.C., il cui nome convenzionale deriva dall’anfora panatenaica n. 441 di Boulogne, proveniente da Vulci, nella quale gli studiosi hanno riconosciuto una specifica “mano” e alla quale sono stati poi accostati altri vasi, fra cui il nostro.
Il Leone di Nemea era un animale mostruoso, dalla pelle invulnerabile per qualsiasi arma, nato dall’accoppiamento incestuoso di Echidna con uno dei suoi figli avuti da Tifone (fra cui la stessa Idra di Lerna): Ortro, cane di Gerione, il gigante a tre teste al quale Eracle dovrà rubare le mandrie di buoi nella sua decima impresa. Viveva a Nemea, nell’aspra Argolide (Peloponneso), devastandone il territorio e terrorizzando gli abitanti che non osavano avvicinarsi alla sua spelonca, provvista di due ingressi.
Il Pittore ha saputo efficacemente tradurre sul piano figurativo gli elementi essenziali e significanti dell’impresa narrata dagli autori antichi.