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Etru a Casa - Collezioni antiquarie

Anfora calcidese del Gruppo delle Anfore Iscritte

15 Giugno 2020

di Maria Paola Guidobaldi

Questo particolare vaso, utilizzato per conservare e refrigerare il vino, è uno dei sette esemplari di ceramica calcidese presenti nella Collezione Castellani del nostro Museo.

Anfora-psyktèr calcidese del Gruppo delle Anfore Iscritte (550-540 a.C.) Collezione Castellani, Sala 23.

Anfora-psyktèr calcidese del Gruppo delle Anfore Iscritte (550-540 a.C.) Collezione Castellani, Sala 23.

Soltanto a Cerveteri, Tarquinia e Vulci sono stati finora rinvenuti esemplari di vasi riconducibili a questa forma, di per sé poco diffusa, e ascrivibili alla produzione calcidese, una classe ceramica a figure nere arricchita da ritocchi a vernice rossa e bianca e da dettagli incisi, il cui centro di produzione è stato localizzato a Reggio, colonia di Calcide, città dell’Eubea.

Il nostro vaso è stato attribuito al Pittore delle Iscrizioni, o delle Anfore Iscritte, così denominato per la presenza d’iscrizioni in alfabeto calcidese su un gruppo di anfore a lui ricondotte.

Attivo fra il 570/60 e il 540/30 a.C., iniziatore dell’intera classe e capostipite di una bottega che proseguì per almeno due generazioni, egli sviluppò uno stile proprio d’impronta eclettica che risente in particolare degli influssi delle opere corinzie e attiche.

Nel nostro vaso si coglie chiaramente la predilezione del pittore per le ampie superfici nere unitarie, squarciate da pannelli in cui le figure, composte in modo chiaro, armonioso ed equilibrato, si stagliano sul fondo arancio dell’argilla.

Anfora-psyktèr calcidese del Gruppo delle Anfore Iscritte (550-540 a.C.) Collezione Castellani, Sala 23.

Anfora-psyktèr calcidese del Gruppo delle Anfore Iscritte (550-540 a.C.) Collezione Castellani, Sala 23.

Sul lato A, che spicca per l’ambientazione paesaggistica suggerita dalla palma, è raffigurato l’agguato di un Satiro a una Ninfa o a una Menade, mentre sul lato B è il tema del Giudizio di Paride, il più bello dei mortali, chiamato da Zeus per scegliere quale delle tre dee, Hera, Atena e Afrodite, qui rappresentate avvolte da un unico mantello e condotte da Hermes, fosse la più bella.

Si tratta di uno degli episodi mitologici più noti e impressi nell’immaginario collettivo. Il “pomo della discordia”, con la scritta: “alla più bella”, che la dea Eris (Discordia), irritata per non essere stata invitata alle nozze di Peleo e Teti (i genitori di Achille), aveva gettato nella sala del banchetto suscitando i furibondi litigi fra le tre dee, Paride deciderà di consegnarlo ad Afrodite.

Al valore guerriero promessogli da Atena, alle ricchezze e al potere che Hera gli avrebbe assicurato, egli preferì la promessa della donna più bella del mondo: Elena, moglie del re di Sparta, Menelao, il cui rapimento con l’aiuto di Afrodite avrebbe dato origine alla Guerra di Troia.

Ma questa è un'altra storia...

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