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Etru a Casa - Vulci

Hydria del Pittore di Priamo

5 Giugno 2020

di Vittoria Lecce

Questo elegante vaso da Vulci mostra una scena che solo da pochissime generazioni è diventata, nella nostra società, un ricordo lontano: delle donne attingono acqua presso una fontana.

Oggi nella Giornata Mondiale dell'Ambiente, istituita dalle Nazioni Unite nel 1974, vogliamo ricordare che l’acqua è, in ogni epoca, un bene indispensabile alla vita di ogni specie e una risorsa naturale da preservare.

Hydria, ceramica attica a figure nere, Pittore di Priamo, inv. 64610. Intorno al 510 a.C. Vulci, ritrovamento sporadico, Sala 4.

Hydria, ceramica attica a figure nere, Pittore di Priamo, inv. 64610. Intorno al 510 a.C. Vulci, ritrovamento sporadico, Sala 4.

Il vaso è una hydria, una forma destinata all’approvvigionamento dell’acqua. Due anse sulla spalla permettevano il trasporto, mentre la terza, sul collo, veniva impugnata per versare l’acqua. È un recipiente grande e pesante (vuoto arriva a 7-8 chili) e, in questa versione, realizzato in ceramica pregiata. La scena, molto appropriata al contenitore, mostra cinque donne presso una fontana monumentale, raffigurata come un edificio di ordine ionico con bocche erogatrici modellate a forma di testa di leone (solo una è visibile).

Le donne sono giovani, eleganti (vestono lunghi chitoni e mantelli) e adorne di gioielli. Tre di loro sembrano attendere in fila, mentre reggono sul capo una hydria vuota; una quarta riempie il suo vaso e la quinta, visibile al centro della composizione, si allontana dalla fontana sollevando una hydria piena.

Hydria, ceramica attica a figure nere, Pittore di Priamo, particolare

Hydria, ceramica attica a figure nere, Pittore di Priamo, particolare

Probabilmente in questo caso sono raffigurate delle donne che attingono l’acqua per una cerimonia, ma i loro gesti sono gli stessi che ogni giorno centinaia di donne compivano presso le fontane (o i punti di approvvigionamento) di Atene.

Una gran numero di hydriai in ceramica attica sono state rinvenute in Etruria, ma venivano prodotte anche presso officine locali, sia in ceramica che in bronzo.

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