Manico d'avorio a forma di avambraccio con intagli, Tomba Barberini, 675-650 a.C.
La Collezione Barberini era costituita da reperti rinvenuti nella seconda metà dell’Ottocento nel fondo della Colombella, che insisteva sull’area di necropoli dell’antica Praeneste (Palestrina): nel 1855 era stata scavata la Tomba Barberini, fondamentale testimonianza dell’Orientalizzante nel Latium vetus, e a più riprese (1855, 1859, 1866) una serie di sepolture più recenti risalenti al IV-II sec. a. C.
Presentando la Collezione nel Bollettino d’Arte del 1909 Alessandro Della Seta notava come nello scavo della Tomba Barberini non si fosse prestata alcuna attenzione al contesto e che una ricostruzione del corredo era stata possibile solo a posteriori mettendo insieme le prime notizie sul rinvenimento, individuando affinità stilistiche tra gruppi di oggetti e ricorrendo al confronto con le associazioni già riscontrate nella Tomba Bernardini.
Nel testo, grande rilievo era dato agli avori e, in particolar modo, a un corno musicale con incisioni e incrostazioni di ambra e a tre sorprendenti avambracci decorati a intaglio con fregi di animali e terminanti a forma di mano, interpretati dall’autore come manici di specchi o di ventagli.