Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento del sito. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

ok, ho capito

Etru a Casa - Villa Giulia

Gelsomini, rose e viti nelle decorazioni di Villa Giulia

27 Dicembre 2020

di Francesca Montuori
Veduta d'insieme di uno dei due bracci dell'emiciclo

Veduta d'insieme di uno dei due bracci dell'emiciclo

Nella celebre lettera inviata a Marco Benavides nel 1555, Bartolomeo Ammannati descrive la fabbrica della Villa di papa Giulio III soffermandosi in particolare sul Ninfeo di cui è autore, ma tratteggia anche altri aspetti della grande Villa, che in origine comprendeva una vasta porzione di territorio lungo la via Flaminia e le colline dei Parioli:

“Tutto il sito di questa amena e bella villa si può dire che sia con tutte quelle qualità che si ricercano, perché vi sono monticelli, vallette, piano, acqua e aria buonissima”.

Pietro Venale da Imola e aiuti, affreschi dell’emiciclo di Villa Giulia, Roma, 1553-55 circa

Pietro Venale da Imola e aiuti, affreschi dell’emiciclo di Villa Giulia, Roma, 1553-55 circa

Ben più di un giardino, quindi, in cui erano stati piantati 36.000 alberi: vi si trovavano boschi di lauri, aranceti, pergolati di verzure e viali ornati d’alberi da frutto, e persino un boschetto destinato a godere del canto dei tordi.

Se di  tutto questo oggi non rimane quasi nulla, gli affreschi del portico semicircolare nel giardino centrale della Villa ce ne restituiscono in parte la memoria: l’ampia volta infatti è affrescata con un pergolato (popolato di putti, satiri e variopinti uccelli) ispirato, con ogni probabilità, a quelli reali di cui scrive Ammannati.

La decorazione è cadenzata da archi che suddividono gli affreschi in settori, ciascuno caratterizzato da una differente pianta, a simboleggiare la rigogliosità dei giardini. 

Pietro Venale da Imola e aiuti, affreschi dell’emiciclo di Villa Giulia, Roma, 1553-55 circa

Pietro Venale da Imola e aiuti, affreschi dell’emiciclo di Villa Giulia, Roma, 1553-55 circa

Al centro e agli estremi della decorazione vi sono pergolati di gelsomino, pianta particolarmente diffusa in Toscana (terra d’origine della famiglia di Giulio III), e sinonimo di purezza e verginità per il candore dei suoi fiori: in tal senso il gelsomino può alludere alla purezza dell’Acqua Vergine che alimenta le fontane della Villa.

Seguono le rose, associate a Venere e simbolo per eccellenza della primavera e dei giardini: ve ne sono di bianche e di rosse, rievocando il mito in cui la déa, per soccorrere l’amato Adone, si punge con spine di rose - in origine tutte bianche - tingendole di rosso con il suo sangue.

Pietro Venale da Imola e aiuti, affreschi dell’emiciclo di Villa Giulia, Roma, 1553-55 circa

Pietro Venale da Imola e aiuti, affreschi dell’emiciclo di Villa Giulia, Roma, 1553-55 circa

Infine, al centro di ciascun braccio dell’emiciclo si trova la vite, certamente presente tra le piante della villa e dalla forte valenza allegorica: uva e vino sono infatti, nella nostra cultura, tra i più antichi simboli di prosperità e fertilità.

Queste tre piante allegoriche acquistano maggiore rilievo se considerate non solo singolarmente ma nel loro complesso, come parti di un ideale luogo paradisiaco che ha le sue radici nella medioevale cultura cortese.

Giovanni Boccaccio, Decameron, edizione illustrata, Venezia 1554, incipit della III giornata.

Giovanni Boccaccio, Decameron, edizione illustrata, Venezia 1554, incipit della III giornata.

E’ Boccaccio nel Decameron a codificarne l’immagine: nell’introduzione alla III giornata i protagonisti giungono in un giardino con ampie vie “coperte di pergolati di viti” chiuse ai lati da spalliere “di rosa' bianchi e vermigli e di gelsomini”, con piante ordinate, aranceti e fontane.

E la bellezza di questo luogo è tale che i dieci personaggi “cominciarono ad affermare che, se Paradiso si potesse in terra fare, non sapevano conoscere che altra forma che quella di quel giardino gli si potesse dare”.

 

Condividi su
facebook twitter
let's talk

Dialoga con il museo

Scrivici o seguici
facebook
instagram
twitter
youtube

Seguici sui social

newsletter

Iscriviti per sapere tutto sulle nostre attività

contattaci

Scrivici e contattaci.
Guarda chi siamo e di cosa ci occupiamo