Oinochoe a figure rosse eponima del Pittore Ceretano Castellani, n. inv. 50668, sala 23, Collezione Castellani, produzione ceretana, (330-300 a.C.)
Il vaso, appartenuto alla Collezione Castellani rappresenta un momento della contesa musicale fra Apollo, dio che simboleggia la musica razionale e armonica, e il satiro Marsia, un mito più volte narrato dagli autori antichi. Notiamo due registri compositivi, uno collocato in alto sul collo, l’altro nel punto di massima espansione del ventre. In alto è rappresentata una coppia di figure poste l’una di fronte all’altra, un satiro nudo e in piedi, con una coroncina nella mano destra e una menade (o forse Afrodite) seduta su una roccia, adorna di tunica e gioielli, la quale contempla la propria immagine attraverso uno specchio.
La composizione sul ventre del vaso ha in Apollo il suo fulcro: il dio, seduto su una roccia di profilo verso destra, reca sopra il ginocchio l’elegante cetra ornata da protomi di cigno, sorretta con la mano sinistra ed ha il plettro nell’altra mano alzata. Alle sue spalle una #Nike alata porge una corona al vincitore. Di fronte ad Apollo invece è raffigurato Marsia, con l’aulos impugnato nelle due mani.
Apollodoro racconta che Apollo e Marsia si erano accordati sulle sorti del vincitore della gara musicale: Marsia peccò di tracotanza (hybris), contando sulla sua bravura, ma a vincere fu chiaramente Apollo ed il satiro subì una punizione crudele ed esemplare. La lira di Apollo è simbolo dei canti degli dei e degli eroi: permette, lasciando spazio al canto, di elevare le anime che ascoltano.