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Etru a Casa - Agro Falisco e Capenate

kylix a figure rosse da Falerii Veteres

9 Maggio 2020

di Alessia Argento

Aderiamo alla X edizione della Giornata Nazionale della Cultura del Vino e dell'Olio promossa dall' Associazione Italiana Sommelier e vi raccontiamo la cultura antica del bene vino attraverso le nostre opere.

kylix a figure rosse, Falerii Veteres, Necropoli della Penna, tomba 4 (CXXVIII), inv. 1674. Gruppo Foied, 350 a.C.

kylix a figure rosse, Falerii Veteres, Necropoli della Penna, tomba 4 (CXXVIII), inv. 1674. Gruppo Foied, 350 a.C.

Questa kylix a figure rosse è stata rinvenuta in una tomba a camera di Falerii (Civita Castellana), insieme a un altro esemplare simile, in un corredo costituito da vasellame in ceramica e in bronzo, che si data alla metà del IV sec. a.C.

Nel tondo centrale, guardando da sinistra, si nota una colomba poggiata su un ramo; al centro un giovane nudo, che tiene nella mano sinistra un tirso, bastone sormontato da un viluppo d’edera in forma di pigna e attributo di Dioniso.

 

kylix a figure rosse, Falerii Veteres, Necropoli della Penna, tomba 4 (CXXVIII), particolare

kylix a figure rosse, Falerii Veteres, Necropoli della Penna, tomba 4 (CXXVIII), particolare

Il giovane cinge una donna nuda, che tende le braccia verso il collo dell’amante.

E’ probabile che le due figure rappresentino Dioniso e Arianna, al cui rapporto amoroso allude la colomba, simbolo di Venere. All’esterno del vaso, su entrambi i lati, sono presenti scene di conversazione fra una donna e un giovane nudo, che tengono in mano degli oggetti.
Intorno all’immagine centrale vi è un’iscrizione dipinta in falisco, che va letta da destra a sinistra. Riporta un detto popolare (foied uino pafo cra carefo), che allude alle gioie del convivio “oggi berrò il vino, domani farò senza”.

Secondo alcuni studiosi l’iscrizione era stata apposta da un vasaio illetterato, che non sapeva né leggere né scrivere, perché “pafo” potrebbe essere un errore di copiatura della corretta forma “pipafo”, riportata nella coppa gemella, ritrovata nella stessa tomba.

Il testo iscritto, verosimilmente metrico, è stato interpretato come un’esortazione a cogliere l’attimo (il carpe diem di Orazio: Odi 1.11), ma anche letteralmente a bere vino.

kylix a figure rosse, Falerii Veteres, Necropoli della Penna, tomba 4 (CXXVIII), esterno

kylix a figure rosse, Falerii Veteres, Necropoli della Penna, tomba 4 (CXXVIII), esterno

Queste kylikes dovevano essere prodotte in serie, come conferma la scoperta a Civita Castellana di una terza kylix identica alle altre due, ma priva d’iscrizione, ed erano destinate a un ceto aristocratico per il quale il simposio era occasione di convivialità, ma anche di esercitazioni poetiche.

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