La brocca (oinochoe) a bocca trilobata ha il corpo decorato da motivi geometrici e naturalistici distribuiti su fasce sovrapposte.
Il collo è decorato da un motivo a treccia, il fondo da una serie di raggi. Sul resto del corpo sono distribuite altre tre fasce. La principale, estesa dalla spalla al punto di massima espansione del vaso, ha una serie di quattro stambecchi pascenti di profilo, con motivi geometrici triangolari e semicircolari posti negli spazi fra le zampe. Nella zona sottostante sono altre due fasce: una con sette stambecchi pascenti di profilo e l’altra con cinque stambecchi, simili ai precedenti, e un’oca. Negli spazi liberi sono distribuite delle rosette con petali puntiformi.
I motivi decorativi sono ispirati alla ceramica greco-orientale, in particolare al cosiddetto “Stile della capra selvatica”, e alla ceramica corinzia.
Il vaso è attribuito al Pittore delle Rondini, un artista che si distingue per il tratto elegante del disegno, l’armonia tra la forma dei vasi e la loro decorazione e per una certa ripetitività nell’uso dei temi decorativi, quali ad esempio i motivi riempitivi a rosetta.
Il pittore, di origine e formazione greco-orientale, intorno al 630 a.C. trasferì la sua bottega a Vulci, una città fiorente che apprezzava la ceramica d’importazione. La produzione continuò fino al 600 a.C. circa e il repertorio venne gradualmente adattato al gusto della committenza locale.
A. Giuliano, “Il Pittore delle Rondini”, in Prospettiva 1975, 3, n. 2, pp. 4-5, figg. 3-4.
A. Giuliano, “Ancora sul Pittore delle Rondini”, in AA.VV., Damarato. Studi di antichità classica offerti a Paola Pelagatti, Milano 2000, pp. 126-129, con bibliografia precedente.
B. M. Denti, “La circulation de la céramique du ‘Wild Goat Style’ (MWGS I) de la Mer Noire à l’Occident. Les contextes de réception et de destination”, in RA, N.S. 1, 2008, p. 30.
V. Lecce, “Oinochoe del Pittore delle Rondini”, in Laura Bentini - Marinella Marchesi - Laura Minarini - Giuseppe Sassatelli (a cura di), Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna (Catalogo della Mostra di Bologna, 2020), Verona 2019, p. 186, n. cat. 120.