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Libri Stregati 2024

L'età fragile

di Donatella Di Pietrantonio

Sala 5, Vulci - Utero votivo iscritto
ETRU image

Donatella di Pietrantonio, L’età fragile, Einaudi
“Qualcuno sapeva dov’era la fattoria Trignani? La segnalazione veniva da lì. Il brigadiere l’ha chiesto a volontari e curiosi che stazionavano tra casotto e campeggio (…) Suppergiù la strada la so, ha detto Osvaldo, poi domandiamo qual è la casa. Era già pronto a partire.
Ha bevuto il caffè in un sorso, l’ha preparato la Sceriffa quando siamo scesi da Pietra Rotonda. All’inizio lei ha pianto per Virginia e Tania, per i loro genitori forse già in viaggio. Poi si è riavuta: sua figlia non era stata trovata. Poteva essere viva. Si è accostata alla Madonna delle Sette Spade.
- Tu mi puoi capire - l’ha pregata fissandola dipinta. - Tengo solo lei, salvala.
È rimasta un po’ lì. Ogni tanto scuoteva le mani intrecciate, chiedeva senza voce: che stai facendo? Ridammela.” (p. 83)

La citazione vuole dialogare con la vetrina dedicata al santuario vulcente di Fontanile di Legnisina, scavato negli anni 1985-1986. Si tratta di un luogo di culto provvisto di una sorgente sacra e dedicato alla dea Vei, come mostra il nome inciso sull’utero votivo in terracotta (n. 45)

Utero a placca in terracotta modellata a stampo con iscrizione “Vei”, fine IV secolo a.C., Deposito votivo di Fontanile di Legnisina, Vulci

Utero a placca in terracotta modellata a stampo con iscrizione “Vei”, fine IV secolo a.C., Deposito votivo di Fontanile di Legnisina, Vulci

Vei era una dea preposta alla rigenerazione del ciclo vitale, sia umano sia della natura, e non a caso “Ati” (Madre) era uno dei suoi attributi. Per queste caratteristiche Vei venne associata dagli Etruschi alla greca Demetra (Cerere per i Romani). Il culto prevedeva l’offerta di primizie e di simboli legati alla fertilità. Alla dea potevano essere rivolte anche richieste di guarigione e protezione per i bambini: per uno di questi motivi venne offerta la statuetta in terracotta che raffigura un bambino accovacciato n. 37 presente in vetrina.

Il breve passo scelto dal volume L’età fragile di Donatella di Pietrantonio mostra un momento di grande angoscia vissuto dai coniugi Osvaldo e Nunziatina (detta “la Sceriffa”): la loro unica figlia Doralice è scomparsa durante un’escursione in montagna e per lei si teme il peggio. Virginia e Tania, due ragazze che erano con Doralice, sono state ritrovate morte, uccise a colpi di pistola.

La “Sceriffa”, mentre il marito accompagna i Carabinieri a verificare una segnalazione pervenuta da una fattoria isolata, si rivolge quasi con rudezza al quadro della Madonna addolorata, non per fervore religioso ma spinta da una sorta di empatia: solo chi ha perso il suo unico figlio può capire l’angoscia di una madre in pena. Nel libro sono ricorrenti i temi della distanza incolmabile, declinata in senso fisico-geografico e psicologico, e dell’incomunicabilità che può separare genitori e figli.

Un comune desiderio di protezione e amore verso i propri figli potrebbe legare le preghiere degli Etruschi a Vei, le invocazioni di Nunziatina e lo stesso mito greco di Demetra (accolto anche dagli Etruschi), che cerca disperatamente la figlia Persefone, rapita dal dio degli Inferi.

Vittoria Lecce

 

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