Utero a placca in terracotta modellata a stampo con iscrizione “Vei”, fine IV secolo a.C., Deposito votivo di Fontanile di Legnisina, Vulci
Vei era una dea preposta alla rigenerazione del ciclo vitale, sia umano sia della natura, e non a caso “Ati” (Madre) era uno dei suoi attributi. Per queste caratteristiche Vei venne associata dagli Etruschi alla greca Demetra (Cerere per i Romani). Il culto prevedeva l’offerta di primizie e di simboli legati alla fertilità. Alla dea potevano essere rivolte anche richieste di guarigione e protezione per i bambini: per uno di questi motivi venne offerta la statuetta in terracotta che raffigura un bambino accovacciato n. 37 presente in vetrina.
Il breve passo scelto dal volume L’età fragile di Donatella di Pietrantonio mostra un momento di grande angoscia vissuto dai coniugi Osvaldo e Nunziatina (detta “la Sceriffa”): la loro unica figlia Doralice è scomparsa durante un’escursione in montagna e per lei si teme il peggio. Virginia e Tania, due ragazze che erano con Doralice, sono state ritrovate morte, uccise a colpi di pistola.