Dario Voltolini, Invernale, La Nave di Teseo
"...ha solo un luogo di tempo che resta lì, galleggiando tra tutti gli altri tempi. Lui non riflette, non cerca di capire, lui ci sta dentro, a quel tempo, e lo vive ancora, sebbene quello se ne sia già volato via." (p. 35)
Leggendo il romanzo di Dario Voltolini ci immergiamo in un tempo qualunque, in un luogo qualunque, nella vita di un uomo qualunque che sussurra di freddo, tempo, attesa e sacralità.
Le vicende e le riflessioni scandiscono il tempo di una vita vissuta, il mondo diviene una scenografia immobile e sbiadita, il protagonista un attore il cui monologo interiore nessuno ascolterà mai. Fino a quel momento la sua vita è lavoro, passione per il calcio, la caccia e qualche sigaretta. Prima di quel momento non c’era tempo per la riflessione. Dopo quel momento, il suo sangue mischiandosi a quello dell’agnello si tinge di un forte simbolo di sacrificio e di sacralità. La malattia è come il canone inverso di Bach, inverte il ritmo della vita.