Aryballos, 630 a.C. circa, Camera degli Alari, Necropoli della Banditaccia, Cerveteri
La sua morte apparentemente accidentale, in una Scauri contagiata dalla sua stessa energia vitale, lascia la narratrice perplessa e incredula.
Più di un’affinità legano la Vittoria narrata e la donna etrusca di altissimo rango onorata con un ricco corredo nella Camera degli Alari di Cerveteri. Ad una sola, straordinaria defunta erano riservati i numerosi aryballoi, contenitori per unguenti importati – come spesso le essenze – dalla Grecia e dal Vicino Oriente.
A lei erano destinate anche dei cofanetti, le pissidi, usate come contenitori anche di sostanze aromatiche e medicamentose. La quantità, la varietà e il pregio dei piccoli vasi e del loro contenuto non esauriscono necessariamente il loro significato nell’espressione del rango della defunta o negli onori che le vengono resi. E’ suggestivo pensare che un tale insieme sottenda una figura anche in grado di riconoscere le proprietà delle piante e delle essenze aromatiche, che nel sottile confine fra profumo, balsamo, rimedio – persino veleno –, al pari di una Vittoria ante litteram, abbia esercitato un fascino misterioso sull’intera comunità.
Valentina Belfiore