Testa Malavolta, 430-420 a.C., Santuario in località Portonaccio, Veio
La straordinaria testa in terracotta, detta Malavolta dal nome dell'assistente agli scavi dell'antica città di Veio nei primi decenni del '900, rappresenta proprio questa fase della vita: si tratta infatti della testa della statua di un giovane offerente ritrovata nel santuario situato appena fuori della città (in località Portonaccio), uno dei luoghi prescelti dagli Etruschi per celebrare i riti che accompagnavano l’ingresso degli adolescenti nell’età adulta.
Nelle culture antiche come in quelle contemporanee, questo momento della vita è segnato generalmente da un rito di passaggio e il Santuario di Portonaccio, tra i più antichi di tutta l’Etruria, molto frequentato anche da personaggi di alto rango, era uno dei luoghi prescelti dagli Etruschi per celebrare questo genere di cerimonie. Comprendeva infatti un altare e un tempietto dedicati a una tra le principali divinità degli Etruschi, la dèa Menerva, da identificarsi con la Atena dei Greci: era venerata sia come divinità oracolare che come protettrice di bambini e ragazzi che, in occasione dei rituali, solevano portare alla dèa delle offerte votive.