Di sequestri e traffico illecito di reperti archeologici si parlerà nella visita guidata di Venerdì 30 ottobre alle ore 16 a cura di Alessia Argento e Romina Laurito. La visita è compresa nel costo del biglietto. Posti limitati. Prenotazione obbligatoria all'indirizzo mn-etru.comunicazione@beniculturali.it
Anticipazioni...
Capolavoro della ceramica a figure rosse di produzione attica è l’anfora attribuita al Pittore di Berlino, nome convenzionale assegnato da John Beazley (1885-1970), archeologo e noto studioso di ceramografia classica.
L’elegante decorazione è limitata a due personaggi isolati, uno per lato, che costituiscono tematicamente un insieme. Su un lato è raffigurato un uomo col capo chino, intento a suonare una cetra, resa nei minimi dettagli. Sull’altro si staglia la figura di un giovane che lo ascolta, con il braccio destro teso a indicare il citaredo.
L’anfora di Villa Giulia, databile al 490 a.C., proviene quasi certamente da #Vulci, ma il contesto di provenienza è sconosciuto, essendo stata portata alla luce e trafugata da scavatori clandestini. Trasferita all’estero e immessa sul mercato internazionale di opere d’arte negli anni ’80, fu acquistata dal Metropolitan Museum of Art di New York, che ha restituito il reperto all’Italia nel 2005, a seguito di complesse vicende giudiziarie e di accordi internazionali.
Dal 2010 il vaso è collocato simbolicamente nella sala 1 del Museo, isolato all’interno di una vetrina, allo scopo di destare l’attenzione dei visitatori sul vuoto storico che circonda un reperto archeologico trafugato, strappato dal suo contesto di ritrovamento e privato irrimediabilmente della possibilità di un’adeguata documentazione scientifica.