Antefissa a testa di Menade, terracotta plasmata a stampo e dipinta, inv. 42177. 300 a.C. Vulci, fra l’area della città e il Ponte della Badia, scavi Bendinelli 1921, sala 5
I committenti incaricarono un artista che elaborò il prototipo e una matrice, necessaria per la produzione di tutti i pezzi necessari a completare la decorazione delle estremità del tetto. Alle Menadi dovevano essere associate delle antefisse con testa di Satiro - di cui sopravvive un solo frammento - circondate da un identico nimbo (l’area che racchiude la testa), circolare e bordato da grandi foglie.
Al momento della scoperta destò molto stupore lo stato di conservazione dei colori, che sono ancora oggi ben visibili e in parte ancora coperti da incrostazioni. Toni di rosso, giallo e celeste si alternano sul nimbo, mentre il viso mostra un incarnato chiaro, le labbra rosse, i capelli marroni e le pupille scure.
I toni della decorazione si sposano bene con il volto delicato della Menade, che non appare agitata e in preda all’estasi dionisiaca ma come una fanciulla elegante e pensosa. Porta una elaborata acconciatura trattenuta da una benda o un copricapo, una vesta rossa di cui si può vedere solo lo scollo, una semplice collana e orecchini d’oro con pendenti.