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Etru a Casa - Villa Giulia

Disegno settecentesco di Villa Giulia

27 Aprile 2020

di Francesca Montuori

Oggi 27 aprile è la Giornata Mondiale del Disegno che ci ricorda quanto straordinario sia questo mezzo di espressione. Vogliamo condurvi con un balzo nel passato attraverso un prezioso disegno acquerellato del ‘700, realizzato da un anonimo autore francese: ci mostra una dettagliata sezione della “Vigna di Papa Giulio” insieme a due prospetti, uno della Loggia e l’altro del Ninfeo della Villa.

 

Anonimo, Disegno acquerellato di Villa Giulia, XVIII sec.

Anonimo, Disegno acquerellato di Villa Giulia, XVIII sec. Loggia

Anonimo, Disegno acquerellato di Villa Giulia, XVIII sec. Loggia

Gli osservatori più attenti avranno subito notato alcune differenze rispetto allo stato attuale della Villa, soprattutto per quanto riguarda le decorazioni del Giardino centrale e del Ninfeo. Ciò che rimane oggi infatti è solo una piccola parte delle decorazioni originarie: affreschi, stucchi, marmi, statue antiche e moderne, busti in bronzo arricchivano i giardini che oggi appaiono, invece, quasi completamente spogli. Rimane ciò che - protetto dalle intemperie - non si è deteriorato fino a perdersi, come è accaduto per molti degli stucchi; e rimangono anche gran parte degli affreschi che, diversamente da marmi e bronzi, non potevano essere portati via.

Anonimo, Disegno acquerellato di Villa Giulia, XVIII sec. Ninfeo

Anonimo, Disegno acquerellato di Villa Giulia, XVIII sec. Ninfeo

La Villa, infatti, dopo la morte di Giulio III (23 marzo 1555) entrò a far parte delle proprietà della Camera Apostolica e nel corso del tempo venne gradualmente spogliata di tutto ciò che poteva essere spostato. Già negli anni ’60 del ‘500, un cospicuo numero di statue (ben 160) venne portato via, probabilmente per essere inserito nell’arredo scultoreo allestito da Pirro Ligorio nel cortile del Belvedere in Vaticano, inaugurato nel 1565.

Anonimo, Disegno acquerellato di Villa Giulia, XVIII sec. Giardino Centrale

Anonimo, Disegno acquerellato di Villa Giulia, XVIII sec. Giardino Centrale

Il disegno settecentesco, perciò, ci restituisce l’immagine di una Villa già privata di molto del suo apparato decorativo, ma sono ancora ben visibili gli stucchi e molti dei busti e delle statue originariamente collocate nelle nicchie. La grande profusione di opere un tempo disposte nei giardini ci viene suggerita dalla celebre lettera che Bartolomeo Ammannati scrisse al padovano Marco Mantova Benavides (già suo committente) il 2 maggio 1555, poco dopo la morte di Giulio III.

Nella missiva, oggi conservata presso la Biblioteca Oliveriana di Pesaro (MS. 374, vol. II, fol. 91-96), l’Ammannati descrive la “bellissima e ricchissima Fabbrica”, elencando un’innumerevole quantità di statue e invitando il giurista padovano a visitarla quando si recherà a Roma. Ma, premette: “E perchè Vostra Eccellenza la veggia prima con l'imaginativa che col senso, cercherò a parte per parte fargliela vedere, ma non così bene e per ordine colla penna, come farei col disegno”.

 

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