Cerveteri, Necropoli della Banditaccia, Scavi Mengarelli (1908-1934), Archivio fotografico ETRU, inv. 6077
Oltre a scavare in maniera estensiva, Mengarelli effettuò studi topografici e approntò una serie di interventi volti ad aprire l’area al pubblico, trasformando progressivamente l’antica necropoli in un sito archeologico, oggi nella lista del Patrimonio mondiale UNESCO. Le antiche strutture vennero restaurate, in parte ricostruite, e l’area fu recintata.
Vennero realizzati percorsi di visita e fu introdotta una diversa vegetazione - pini, cipressi, fiori e arbusti - che modificò il paesaggio naturale della maremma etrusca, fatto di pascoli e campi di maggese. Una nuova via d’accesso al recinto monumentale, la cosiddetta “Autostrada”, consentiva ai visitatori di giungere nella necropoli senza passare per l’abitato antico, situato sul pianoro dei Vignali.
L’idea di tutelare, conservare e rendere fruibili le aree di scavo archeologico fu alla base della politica culturale che caratterizzò il periodo successivo all'Unità d'Italia e che trovò attuazione tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del XX sec., anche in altri siti quali, per esempio, i Fori Romani e Ostia antica.