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Etru a Casa - Protagonisti

Gian Francesco Gamurrini

9 Giugno 2020

di Luca Mazzocco
Ritratto di Gamurrini da giovane

Ritratto di Gamurrini da giovane

Una personalità a cui abbiamo fatto cenno nei precedenti ritratti è quella di Gian Francesco Gamurrini, una figura nota per i suoi molteplici interessi.

Egli nasce il 18 maggio 1835 ad Arezzo da una famiglia nobile che aveva anche dei possedimenti a Monte San Savino (città natale di Papa Giulio III, artefice nel 1550 di Villa Giulia).

Iscritto ad un collegio di Perugia, viene ritirato perché “inabile agli studi”, e inizia a studiare da autodidatta nella biblioteca della Fraternità dei Laici mostrando un grande interesse per l’epigrafia etrusca, oltre ad una straordinaria abilità nel gioco degli scacchi, su cui scriverà alcuni trattati.

Rilievo di Gamurrini posto ad Arezzo, nei pressi della sua abitazione

Rilievo di Gamurrini posto ad Arezzo, nei pressi della sua abitazione

La scoperta nel 1853 di un tesoretto monetale nei pressi di Arezzo lo porta a dedicarsi anche alla numismatica, disciplina che continuerà a studiare per tutta la vita.

Entrato ormai stabilmente nel gruppo degli archeologi del suo tempo, riceve la nomina a socio corrispondente dell’Istituto Germanico e si dedica allo studio dei Vasi Aretini, noti già dagli scavi.

Resti della decorazione del Tempio di Giunone Curite a Celle, presso Falerri Veteres

Resti della decorazione del Tempio di Giunone Curite a Celle, presso Falerri Veteres

Grazie alla sua straordinaria capacità, diventerà nel 1867 direttore del Museo delle Antichità di Firenze, allora collocato presso le Gallerie degli Uffizi, e contribuirà ad incrementare le collezioni, fino alla nascita del Museo Etrusco nel 1872. Inoltre, favorirà la nascita di musei locali in varie città dell’Etruria. Successivamente stringe un forte legame culturale con Adolfo Cozza e Angiolo Pasqui, con i quali elabora il progetto della Carta Archeologica d’Italia e partecipa a diverse campagne di scavo, tra cui quelle di Falerii.

A lui si deve, sulla base del confronto coi testi classici, l’identificazione del tempio di Giunone Curite a Falerii Veteres (Civita Castellana), i cui resti della decorazione architettonica sono nel nostro museo. I suoi interessi di filologo lo portano a grandi scoperte tra i manoscritti che studia, tra cui spicca quella di un itinerario di viaggio fatto da una nobildonna spagnola di nome Egeria che nel IV secolo d. C. visitò e descrisse i luoghi della Terrasanta.

Resti della decorazione del Tempio di Giunone Curite a Celle, presso Falerri Veteres (Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia)

Resti della decorazione del Tempio di Giunone Curite a Celle, presso Falerri Veteres (Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia)

Dopo una serie di contrasti che lo portano a rinunciare alle cariche ministeriali ricevute, decide di ritornare ad Arezzo dove dirige il locale museo, celebre per i vasi in sigillata italica.

Continua a dedicarsi agli studi archeologici, tra cui quelli in cui analizza i ritrovamenti di Giacomo Boni presso il Lapis Niger nel Foro Romano, mentre negli ultimi anni della sua vita prosegue gli studi sulla storia della città. Si spegne il 17 marzo 1923. 

Pagina del codice manoscritto che contiene l'Itinerario di Egeria
Ceramica in sigillata italica (Museo archeologico Nazionale di Arezzo)

 

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