Resti della decorazione del Tempio di Giunone Curite a Celle, presso Falerri Veteres
Grazie alla sua straordinaria capacità, diventerà nel 1867 direttore del Museo delle Antichità di Firenze, allora collocato presso le Gallerie degli Uffizi, e contribuirà ad incrementare le collezioni, fino alla nascita del Museo Etrusco nel 1872. Inoltre, favorirà la nascita di musei locali in varie città dell’Etruria. Successivamente stringe un forte legame culturale con Adolfo Cozza e Angiolo Pasqui, con i quali elabora il progetto della Carta Archeologica d’Italia e partecipa a diverse campagne di scavo, tra cui quelle di Falerii.
A lui si deve, sulla base del confronto coi testi classici, l’identificazione del tempio di Giunone Curite a Falerii Veteres (Civita Castellana), i cui resti della decorazione architettonica sono nel nostro museo. I suoi interessi di filologo lo portano a grandi scoperte tra i manoscritti che studia, tra cui spicca quella di un itinerario di viaggio fatto da una nobildonna spagnola di nome Egeria che nel IV secolo d. C. visitò e descrisse i luoghi della Terrasanta.