Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento del sito. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

ok, ho capito

Etru a Casa - Cerveteri e Pyrgi

Hydria con accecamento di Polifemo

29 Aprile 2020

di Antonietta Simonelli

Se avete seguito la storia del nostro Kamishibai, ne avrete riconosciuto i protagonisti: Ulisse e Polifemo.
Da qui ripartiamo per raccontarvi la storia di questo vaso delle nostre collezioni.

Hydria con accecamento di Polifemo e inseguimento di Deianira e Nesso da parte di Eracle, Cerveteri, Necropoli della Banditaccia, tomba 1, 530-520 a C.

Hydria con accecamento di Polifemo e inseguimento di Deianira e Nesso da parte di Eracle, Cerveteri, Necropoli della Banditaccia, tomba 1, 530-520 a C.

Alla corte di Alcinoo, re dei Feaci, il naufrago Ulisse ascolta commosso il cantore Demodoco che narra l’inganno del cavallo e la distruzione di Troia. Sollecitato dal re a dire chi mai fosse, Ulisse, svela la sua identità e inizia a parlare raccontando le peripezie del suo viaggio e tra queste il terribile incontro con il ciclope Polifemo, essere inospitale e incurante degli dei.
Il momento culminante dell’episodio è racchiuso nella scena dell’accecamento, che lo stesso Ulisse ci descrive attraverso le parole di Omero: “Essi, alzando il palo puntuto d’olivo, nell’occhio lo spinsero: e io premendo da sopra giravo, come uomo col trapano…”
(Omero, Odissea IX, 382-384).
La scena è rappresentata su un vaso destinato a contenere acqua (hydría), rinvenuto a Caere e prodotto per l’aristocrazia etrusca da un artigiano proveniente da una colonia greca dell’Asia Minore, sulle coste occidentali dell’attuale Turchia.

Una scelta non casuale: i Tirreni, ovvero gli Etruschi, vantavano una discendenza da Ulisse, come ricorda Esiodo nella Teogonia, e amavano rispecchiare le loro conquiste nelle sue imprese: avevano fatto del rapporto con gli altri la loro cifra distintiva e nell’immagine del selvaggio Polifemo colpito da Ulisse vedono riconosciuto il valore dell’ospitalità e la giusta punizione per chi ne infrange le leggi.

Polifemo, rappresentato mentre stringe ancora nella mano destra la coppa per il vino (kántharos) offertogli da Ulisse, ha divorato i suoi compagni, trasformando in cibo coloro che avrebbe dovuto onorare con doni; non conosce le norme sociali che regolano il bere il vino, poiché lo beve da solo, senza condividerlo, e puro, senza mescolarlo con l’acqua. Quell’acqua garante di misura nel simposio, contenuta proprio nel vaso su cui la scena è dipinta.

 

Share on
facebook twitter
let's talk

Do you want to speak to us?

Send us your questions or follow us
facebook
instagram
twitter
youtube

Follow us on our social

newsletter

Subscribe to our newsletter

Contact us

Write to us.
Discover who we are and what we do.