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Etru a Casa - Villa Poniatowski

"Gli Etruschi e il MANN": opere in prestito da Villa Poniatowski

8 Giugno 2020

di Antonietta Simonelli

Venerdì 12 giugno apre finalmente al pubblico la mostra "Gli Etruschi e il MANN" al Museo Archeologico di Napoli pensata e curata da Valentino Nizzo e Paolo Giulierini.

Un appuntamento molto atteso, che era stato rimandato a causa della chiusura dei musei, e occasione imperdibile per approfondire la storia di questo affascinante popolo, della sua presenza e delle sue influenze in Campania.

Villa Poniatowski, Sala delle Colonne o Sala Egizia.

Villa Poniatowski, Sala delle Colonne o Sala Egizia.

Il nostro Museo non può certo mancare con i suoi capolavori ed oggi andiamo a Villa Poniatowski per raccontarvi gli oggetti che troverete lungo il percorso della mostra.

Tra le antichità provenienti da Praeneste (Palestrina) un posto d’onore spetta ai corredi delle tombe Barberini e Bernardini, testimonianze fondamentali dell’Orientalizzante (VII sec. a. C.), periodo caratterizzato da intensi scambi tra Mediterraneo occidentale e Vicino Oriente.

Pianta schematica della Tomba Bernardini (Canciani-von Hase 1979)

Pianta schematica della Tomba Bernardini (Canciani-von Hase 1979)

Da Fenicia, Siria, Grecia insulare e orientale, attraverso la mediazione dei mercanti, giungono nelle aree economicamente più sviluppate della penisola italiana, dapprima, pregiati oggetti d’importazione, in seguito artigiani immigrati, che producono quegli stessi oggetti per una élite aristocratica che li associa all’idea di prestigio e regalità. Infatti, la ricchezza del corredo della tomba Bernardini (inizio secondo quarto del VII sec. a. C.), la varietà tipologica e l’alto livello di esecuzione dei suoi reperti indicano che la sepoltura apparteneva a un esponente di spicco della comunità locale.

Piastra d’oro decorata con file di leoni, cavalli, chimere e sfingi (a).

Piastra d’oro decorata con file di leoni, cavalli, chimere e sfingi (a).

Nel febbraio del 1876, su iniziativa dei fratelli Bernardini, veniva portata alla luce una fossa rettangolare (5x4 m; prof. 1,70 m) con pareti rivestite da blocchi di tufo e copertura a lastroni di calcare e travertino, che presentava sul fondo un incavo di 2 m, al cui interno, secondo testimonianze orali, furono rinvenute ossa umane, subito gettate via; particolare non trascurabile che indicava con certezza che non si trattava di un deposito di oggetti, ma di una sepoltura.

Affibbiaglio in oro con sfingi e teste femminili (b).

Affibbiaglio in oro con sfingi e teste femminili (b).

La preziosa informazione si deve all’archeologo tedesco W. Helbig che, grazie a un tempestivo sopralluogo, riuscì a ricostruire, seppure in modo schematico, la posizione dei singoli oggetti redigendo una pianta ancor oggi utilissima. Nell’incavo, dove era stato deposto il corpo, si ritrovarono gli ornamenti personali in oro come la piastra (a) e gli affibbiagli (b) da immaginarsi sul petto e sulle spalle a completare l’abbigliamento del defunto. Accanto alla fossa su un lato c’erano le armi (d), di fronte il carro, di cui restano i finali di bronzo (f).

Spada con fodero in argento ambra e oro (d).

Spada con fodero in argento ambra e oro (d).

Su una parete erano appesi i tre scudi, mentre lungo un’altra vennero ritrovati il grande calderone di bronzo a protomi di grifo con il suo sostegno (o). Tali oggetti, insieme a due falere pertinenti la bardatura di un cavallo, connotano il personaggio come principe guerriero.

Nella zona ovest della tomba erano stati, invece, posti gli oggetti da ricondursi al banchetto e all’offerta: la kotyle d’oro, il calderone a protomi di serpenti, le coppe “fenicie”, il lebete con attingitoio d’argento (k), la coppa di vetro blu (k) servivano per il consumo del vino, mentre il calderone di bronzo con gli spiedi e gli alari sono da collegarsi alla cottura e alla distribuzione delle carni, appannaggio esclusivo degli esponenti dell’aristocrazia.

Finali di carro di bronzo (f).
Lebete d’argento con coperchio-colino, attingitoio e coppa d'argento (k).
Coppa di vetro blu (k).
Calderone di bronzo.

 

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