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Etru a Casa - Villa Giulia

Sulla scena di Villa Giulia

27 Marzo 2020

di Francesca Montuori
Jacopo Barozzi da Vignola, Facciata interna di Villa Giulia, Roma, 1551-1553

Jacopo Barozzi da Vignola, Facciata interna di Villa Giulia, Roma, 1551-1553

Oggi nella Giornata Mondiale del Teatro vogliamo portarvi "sulla scena" di un teatro straordinario: Villa Giulia. Nella speranza di farvi assaporare un pò di bellezza e nell'attesa di accogliervi numerosi nei nostri giardini.

Durante il Rinascimento si assiste in Italia a uno straordinario sviluppo delle arti e tra queste anche del teatro grazie alla riscoperta dei testi antichi e alla loro diffusione a stampa.

 

Gli architetti vengono incaricati di creare spazi in cui mettere in scena tragedie e commedie, inizialmente provvisori teatri lignei che col tempo diverranno veri e propri edifici.

Si sviluppa così un serrato dialogo fra architettura e teatro che troverà spazio nei contemporanei trattati: sarà Serlio nel suo Libro della Prospettiva (1545) a codificare le regole per la progettazione delle scenografie dove gli spazi urbani, piazze e strade, divengono protagonisti e gli architetti possono dare forma alla loro visione di “città ideale”.
 

Bartolomeo Ammannati, Loggia del Giardino centrale di Villa Giulia, Roma, 1551-1553

Bartolomeo Ammannati, Loggia del Giardino centrale di Villa Giulia, Roma, 1551-1553

Pietro Venale e aiuti, affreschi dell’Emiciclo di Villa Giulia, Roma, 1553-1555; dettaglio di una maschera con simbolo araldico della famiglia Del Monte

Pietro Venale e aiuti, affreschi dell’Emiciclo di Villa Giulia, Roma, 1553-1555; dettaglio di una maschera con simbolo araldico della famiglia Del Monte

Ma con il Rinascimento maturo i termini si ribaltano: la città stessa, infatti, e i suoi edifici divengono spazi scenici e scenografici, luoghi in cui guardare e farsi guardare, in cui mostrare e mettersi in mostra.
In questa ottica si può comprendere come tutto l’impianto di Villa Giulia - progettata e realizzata da Vignola e Ammannati tra 1550 e 1555 per papa Giulio III - viene concepito come una grande macchina scenografica che sorprenda e incanti i suoi visitatori.

Scrive Ammannati:
Il viale [la “via Iulia Nova”] fa da proscenio et il cortile [il piazzale antistante la villa] orchestra, et il semicircolo del palazzo fa teatro, e quest’altra ch’io vi descriverò fa scena.

L’ultimo elemento della grande macchina è la loggia concepita proprio come un fronte scenico, riprendendo e sviluppando soluzioni già sperimentate, come la Loggia Cornaro di Padova (1524) dove il Ruzzante metteva in scena le sue commedie.

Le decorazioni della villa riprendono il tema con numerosi mascheroni dipinti e scene “disvelate” dall’apertura di allegorici sipari. Anche il Ninfeo, ultima sorpresa riservata agli ospiti del papa, viene ideato in questa chiave: non è infatti una fonte dove dissetarsi ma un teatro delle acque, una complessa macchina che svela e mette in mostra l’Acqua Vergine

Bartolomeo Ammannati, Ninfeo di Villa Giulia, Roma, 1551-1555

Bartolomeo Ammannati, Ninfeo di Villa Giulia, Roma, 1551-1555

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