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Etru a Casa - Villa Giulia

Le Imprese di Giulio III

24 Gennaio 2021

di Francesca Montuori
Veduta della Loggia nel giardino centrale di Villa Giulia

Veduta della Loggia nel giardino centrale di Villa Giulia

Nelle decorazioni di Villa Giulia un ruolo primario è svolto dagli stucchi che un tempo ornavano diverse sale e gran parte dei giardini.

Se negli ambienti interni si sono ben conservati, gli stucchi degli spazi esterni hanno sofferto l’esposizione alle intemperie, deteriorandosi nel tempo fino ad essere in gran parte rimossi tra ‘700 e ‘800.

 

Paul Letarouilly, Édifices de Rome moderne, Prospetto della Loggia del Giardino centrale, 1840-1855

Paul Letarouilly, Édifices de Rome moderne, Prospetto della Loggia del Giardino centrale, 1840-1855

Tra gli stucchi che si conservano, due catturano l’attenzione entrando nel giardino centrale, posti in grande evidenza ai lati della Loggia disegnata da Ammannati, come quadri incastonati tra putti e grottesche.

Le loro condizioni sono frammentarie, ma documenti e stampe permettono di capirne il soggetto. Lo stesso Ammannati nella celebre lettera a Benavides del 1555 scrive che si tratta delle “due imprese ch’erano di Papa Giulio”.

Stucchi sulla Loggia del giardino centrale con le imprese di papa Giulio III

Stucchi sulla Loggia del giardino centrale con le imprese di papa Giulio III

Delle due immagini simboliche che Giulio III scelse per mostrare i suoi propositi e la sua condotta, quella di sinistra è la più conosciuta e comunemente associata al papa: è “la Fortuna presa dalla Virtù per i capelli” scrive Ammannati, un soggetto presente anche in altri punti della villa, come nella volta della Sala della Fortuna.

Secondo tradizione la Fortuna mostra la sua instabilità, in questo caso attraverso una vela che le fa cambiare direzione a seconda del vento.

Sala della Fortuna, Decorazione a stucco della volta

Sala della Fortuna, Decorazione a stucco della volta

Inoltre ha la chioma portata in avanti dal vento, a rappresentare l’occasione che qui la Virtù “acciuffa”. L’impresa quindi indica come attraverso un comportamento virtuoso si possono cogliere le occasioni e far volgere la Fortuna a nostro favore.

Giulio III perciò voleva mostrarsi come uomo virtuoso, ma non solo. Dal lato opposto della Loggia infatti, l’altra impresa rappresenta la Giustizia - la donna a destra con l’armatura - insieme alla Pace. Le due figure, seppur frammentarie, sembrano abbracciarsi, quasi danzare, o forse anche baciarsi.

Fanno infatti riferimento a un passo del libro dei Salmi in cui il popolo d’Israele, al rientro dall’esilio babilonese, invoca la benevolenza di Dio confidando nella salvezza: “misericordia e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno” (Salmi 84,11). 

Orazio Samacchini, Allegoria di Misericordia, Verità, Giustizia e Pace d’ápres Agostino Carracci, incisione, 1579

Orazio Samacchini, Allegoria di Misericordia, Verità, Giustizia e Pace d’ápres Agostino Carracci, incisione, 1579

Il soggetto, che avrà maggior diffusione nei secoli successivi, è testimoniato anche in immagini del ‘500 quale allegoria di una politica pacificatrice frutto della giustizia, ed è possibile che Giulio III la scelse come impresa volendo alludere alla sua politica volta all’equilibrio e alla rappacificazione in anni particolarmente turbolenti per la Chiesa, segnati dal Concilio di Trento e dalla Controriforma.

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