Testa di fanciullo cosiddetta “Malavolta”, terracotta plasmata a mano, Veio, santuario in località Portonaccio, 430 – 420 a.C. Sala 39 del Museo.
Chissà se ha combattuto contro i soldati romani durante l’assedio? Chissà se ha assistito alla caduta della sua città?
Stiamo parlando del giovane di Veio per il quale era stata consacrata questa statua nel santuario di Portonaccio. Siamo intorno al 430-420 a.C. e questo ragazzo, appartenente certamente alla classe più elevata della comunità, è stato posto sotto la protezione di Menerva, in occasione del rito di passaggio all’età adulta. Pochi decenni dopo, secondo le fonti, nel 396 a.C, la grande città etrusca cadrà per mano romana.
Ma esaminiamo la statua: si tratta di una testa in terracotta, probabilmente frammento di un’intera statua di giovinetto, denominata “Malavolta” dal nome di Natale Malavolta, assistente agli scavi nei primi decenni del Novecento.
La raffigurazione non ha certamente alcuna pretesa di somiglianza con il dedicante, ma l’artista, che ha assimilato nella tecnica tutta l’esperienza dei famosi coroplasti veienti e che mostra una certa conoscenza anche della lavorazione del bronzo, si rifà in parte a modelli creati nella Grecia classica.