La presenza della statua del dio tra quelle che si ergevano sul colmo del tetto del tempio è stata messa in relazione con il gruppo di Apollo e Eracle, raffigurati nella contesa che li vede contrapposti per il possesso della cerva dalle corna d’oro, sacra ad Artemide. Dietro il dio e l’eroe doveva comparire la figura di Ermes, messaggero divino, ad indicare che quanto avveniva era per volere di Zeus.
Ma, oltre che nella sua funzione di araldo degli dei, nell’inno omerico a lui dedicato (composto verso la fine del VI sec. a.C.) Ermes è indicato “dalle molte arti, dalla mente sottile, predone, ladro di buoi, ispiratore di sogni, vigile nella notte, che custodisce le porte”.
Mentre nelle case protegge la soglia e allontana i ladri, il dio, che appena nato sente il bisogno di lasciare la culla, ci appare come immagine del movimento. E’ a lui che viene attribuita l’invenzione di deporre mucchietti di sassi lungo le strade per indicare i confini dei pascoli, le delimitazioni e i percorsi dei pastori.