Testa in terracotta di Leucotea, frontone anteriore del Tempio A, santuario di Pyrgi, Cerveteri, 340-330 a. C
Ino, questo il nome di Leucotea prima di diventare una divinità, era figlia del fondatore di Tebe, Cadmo, e di Armonia, sorella di Agave e Semele; la prima in preda al furore aveva fatto scempio del corpo del figlio Penteo, che si era opposto al culto di Dioniso, suo cugino (Ovidio, Metamorfosi, III, vv. 701-733); la seconda, Semele, aveva concepito Dioniso da Zeus e, fulminata a morte per un inganno di Era, aveva dato prematuramente alla luce il bambino, che, finita la gestazione nella coscia del padre, era stato allevato proprio dalla zia, la “matertera” Ino (III, vv. 256-315).
Grande è l’ira di Era contro la donna e terribile la sua vendetta. Narra Ovidio che, scesa negli Inferi, “ad infernas sedes”, la dea chiama a sé le Furie e Tisifone seguita da Pianto, Paura, Terrore e Follia giunge nella casa di Ino e di suo marito Atamante, stordisce le loro menti e instilla nei loro petti un “furiale venenum”, un veleno che porta al delirio.