Ulisse in fuga, interno coppa attica a figure rosse firmata dal ceramista Pamphios e attribuita al pittore di Nikosthenes, necropoli loc. San Raffaele, Todi (PG), 525-475 a.C. (n. inv. 27250).
Tra le 60 kylikes (coppe), recuperate in minuti frammenti e pazientemente restaurate, quella firmata dal ceramista Pamphios è una delle più antiche, un cimelio di famiglia scelto per accompagnare il defunto nel suo ultimo viaggio.
Al centro della coppa all’interno di uno spazio perfettamente circolare troviamo la figura di Ulisse disteso sotto un enorme ariete: l’eroe è nudo e dalla spalla gli pende il fodero della spada, che egli tiene sguainata con la mano destra; è legato con tre giri di corda all’animale, a cui si aggrappa con la sinistra. L’ariete poggia le zampe sulla linea orizzontale dell’esergo, mentre lo sfondo è occupato da una palma, segno tangibile di uno spazio esterno e, dunque, della riacquistata libertà.