Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento del sito. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

ok, ho capito

Etru a Casa - Ritorno ai classici

Il dio Acheloo

22 Maggio 2020

di Antonietta simonelli
Antefissa a testa di Acheloo, quartiere arcaico, Vigna Parrocchiale, Cerveteri, 530-520 a. C.

Antefissa a testa di Acheloo, quartiere arcaico, Vigna Parrocchiale, Cerveteri, 530-520 a. C.

Tra le sale del museo non è difficile imbattersi nelle raffigurazioni di uno strano essere dalle fattezze di uomo, ma con corna e orecchie di toro: lo troviano, ad esempio, sulle antefisse che decoravano i tetti dei templi di Veio e Pyrgi, sul pendaglio di una collana della collezione Barberini, su un vaso configurato dalla stipe votiva del tempio della Mater Matuta di Satricum.

È il dio Acheloo, figlio di Oceano e di Teti, il lungo fiume dell’Etolia, padre di tutti i fiumi. Gli antichi lo mettevano in relazione non solo con le acque correnti e la loro irrigimentazione, ma anche con il mondo degli Inferi.

La sua è una storia di metamorfosi legata allo scorrere dei rivi, ora capaci di scivolare sinuosi e silenziosi come serpenti tra il verde del bosco, ora di rovinare impetuosi e violenti come tori inferociti (Ovidio, Metamorfosi, IX, v. 63: longum formatus in anguem; vv. 80-81: tauri forma trucis).

Acroterio con torso rampante di Acheloo, area sud, santuario di Pyrgi, Cerveteri, 510 a. C.

Acroterio con torso rampante di Acheloo, area sud, santuario di Pyrgi, Cerveteri, 510 a. C.

A questo suo potere (finita potestas) accenna lo stesso dio in un altro passo (VIII, vv. 879-884), subito prima di raccontare a Teseo, suo ospite, come gli capitò di perdere uno dei due corni.

Qual è la storia?

Narra Ovidio che Teseo con i suoi compagni, mentre si dirigeva verso Atene di ritorno dalla Calidonia, si vide sbarrare la strada dall’Acheloo impetuoso, che lo invitò a riposarsi nella sua casa. Si ritrovarono in un antro di pomice spugnosa e ruvido tufo, con morbido muschio per pavimento e un soffitto di murici e conchiglie (VIII, vv. 562-564): un ambiente che ritorna nelle piccole grotte del nostro Ninfeo e in tutti quei luoghi di piacere, antichi e rinascimentali, in cui l’acqua è l’elemento principe.
 

Antefissa a testa di Acheloo, tempio di Portonaccio, Veio, 510 a. C.

Antefissa a testa di Acheloo, tempio di Portonaccio, Veio, 510 a. C.

Ed ecco che nella dimora di Acheloo, dopo il cibo e il vino servito in coppe preziose, arrivano i racconti dei commensali e solo alla fine il padrone di casa narra di quel corno spezzatogli da Eracle nella lotta che li vide l’uno contro l’altro per la conquista di Deianira, quel corno che si sarebbe trasformato, grazie all’intervento delle Ninfe, nella cornucopia simbolo di abbondanza (IX, vv. 4-88).

Leggi il testo in latino del libro VIII e del libro IX delle Metamorfosi di Ovidio.

Leggi la traduzione in italiano

 

Condividi su
facebook twitter
let's talk

Dialoga con il museo

Scrivici o seguici
facebook
instagram
twitter
youtube

Seguici sui social

newsletter

Iscriviti per sapere tutto sulle nostre attività

contattaci

Scrivici e contattaci.
Guarda chi siamo e di cosa ci occupiamo