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Aiser - Un anno con gli dei Etruschi

Marzo e il dio Laran


Il dio guerriero

Fig. 1, Specchio in bronzo con divinità a colloquio: da destra a sinistra Laran (Marte), Turan (Venere), Menerva (MInerva) e Apulu (Apollo), IV secolo a.C., provenienza ignota, Collezione Kircheriana, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma

Fig. 1, Specchio in bronzo con divinità a colloquio: da destra a sinistra Laran (Marte), Turan (Venere), Menerva (MInerva) e Apulu (Apollo), IV secolo a.C., provenienza ignota, Collezione Kircheriana, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma

Il mese di marzo (Martius) nel calendario latino era dedicato al bellicoso Marte (Mars) e in origine era il primo mese dell’anno, che portava la primavera, ma apriva anche la stagione della guerra.

Anche gli Etruschi veneravano una divinità guerriera maschile, che aveva un aspetto giovanile e spesso era rappresentata con corazza, elmo e schinieri (protezioni per la parte inferiore delle gambe), armata di lancia e scudo. Secondo le iscrizioni il nome di questo dio era Laran.

Grazie ai rinvenimenti archeologici sappiamo che l’equipaggiamento militare di Laran è quello più utilizzato dagli aristocratici etruschi: forse questa figura divina esprimeva ideali eroici in cui riconoscersi e forniva quindi un modello da imitare.

Fig. 2, Marte di Todi, statua votiva in bronzo di produzione etrusca (Orvieto), fine del V secolo a.C., Todi, Loc. Monte Santo, Musei Vaticani, inv. 13886 (foto Wikimedia Commons).

Fig. 2, Marte di Todi, statua votiva in bronzo di produzione etrusca (Orvieto), fine del V secolo a.C., Todi, Loc. Monte Santo, Musei Vaticani, inv. 13886 (foto Wikimedia Commons).

Di certo il dio venne assimilato all’Ares dei Greci e al Marte dei Latini, come mostrano le scene presenti in particolare sugli specchi di bronzo a partire dal V secolo a.C.

A Villa Giulia è conservato uno specchio (fig. 1) che mostra un Laran disarmato a colloquio con Turan (Afrodite): la scena è riferibile al mito greco che narra la relazione d’amore fra le due divinità.

Esistevano certamente dei santuari dedicati a Laran, anche se le testimonianze finora pervenute sono poche. L’aspetto di una statua di culto doveva essere molto simile al celebre Marte di Todi (fig. 2). Si tratta di una statua in bronzo di produzione etrusca ma rinvenuta a Todi, commissionata come dono votivo per un santuario umbro, che raffigura un guerriero in armatura mentre fa un’offerta sacra.

Infine bisogna ricordare che gli Etruschi conoscevano il dio Maris, che porta un nome direttamente collegato a Marte e che sembra avere un rapporto stretto con la dea Menerva, ma il suo ruolo e le sue competenze non sono ancora chiare: talvolta 'Maris' è utilizzato per indicare diverse figure divine, spesso dei fanciulli, in genere definite meglio da un secondo nome.

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