Fig. 1, Statuetta in bronzo iscritta di Culsans, III secolo a.C., deposito votivo di porta Ghibellina, Cortona, Musei dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona (foto Europeana/MuseiD-Italia/MAEC)
Gennaio, il “mese di Giano”, è adatto anche per parlare di Culsans, un dio simile a Giano nell’aspetto e - forse - anche nella sfera d’azione.
Entrambe le divinità prendono il nome dalla porta, detta culs in etrusco e ianua in latino. La porta può essere un punto di collegamento fra interno ed esterno ma può anche simboleggiare, con la chiusura e apertura, l’inizio e la fine di azioni, fasi o periodi.
Culsans è bifronte e guarda contemporaneamente verso l’interno e l’esterno e, per estensione, verso il passato e il futuro; quasi certamente tutelava sia i passaggi/gli ingressi sia i cicli del tempo, come le stagioni dell’anno e i periodi della vita. L’aspetto del dio è noto da pochi reperti, tutti ritrovati presso porte civiche, considerate luoghi vulnerabili da proteggere.
La sola immagine a figura intera è una statuetta proveniente dalla Porta Ghibellina di Cortona (fig.1), che mostra un giovane con due visi imberbi contrapposti, un copricapo piatto, un paio di stivali in pelle e una collana. La posizione delle mani potrebbe indicare il numero 365 (i giorni dell’anno solare) attraverso l’indigitatio, una tecnica per segnare con le mani anche numeri elevati.